


La produzione pittorica di Flavio Orlando si configura come una rielaborazione critica della quotidianità, analizzata attraverso una lente iperbolica e paradossale. Gli elementi rappresentati — oggetti, volti, interni domestici e vedute urbane —, tratti dalla sua esperienza personale, vengono sottratti alla loro funzione ordinaria per essere inseriti in contesti deformati e artificiosi. Tale operazione genera un immaginario ancorato alla realtà ma al contempo mediato da un codice visivo fortemente teatrale e costruito. I soggetti ritratti — spesso amici o conoscenti — assumono atteggiamenti marcati e talora esasperati, mentre gli spazi, pur riconoscibili, si caricano di una tensione ambigua, divenendo lo scenario di una percezione disorientante e instabile.




